Dedicare il giusto tempo al consumo dei pasti è un modo efficace per restare in salute.
“L’uomo è ciò che mangia”
Per l’uomo 2.0 si dovrebbe forse dire che l’uomo è ciò che mangia…nell’unità di tempo! Infatti la vita frenetica, gli orari di lavoro, lo stress, ci portano a considerare il pasto come un’azione da concludere nel più breve tempo possibile, ma questo ha delle inesorabili conseguenze sul peso e sulla salute: chi mangia più rapidamente, dedicando tutta la sua attenzione a smartphone, tablet, tv o pc tende ad avere un girovita più largo e dei chili in più; e sempre più numerosi sono gli studi scientifici che dimostrano un ridotto introito calorico da parte di chi mangia più lentamente.
Quando lo stomaco è pieno il nostro organismo innesca infatti una sorta di circuito della sazietà, grazie alla produzione di alcuni ormoni da parte dello stomaco stesso e dell’intestino (leptina, colecistochinina, GLP-1, peptide YY) che segnalano al cervello che è giunto il momento di smettere di mangiare. Servono però circa 20 minuti perché questi meccanismi si instaurino, e se si mangia molto velocemente si corre il rischio di ingurgitare molto più cibo del necessario prima che il cervello si renda conto che si è mangiato a sufficienza ed è opportuno fermarsi.
Inoltre mangiare troppo velocemente rende difficoltosa la digestione (che inizia in bocca), può provocare meteorismo (gonfiore addominale), acuire i sintomi di alcuni disturbi gastrointestinali, peggiorare la qualità del sonno, e far perdere consapevolezza delle calorie che introduciamo e dei sapori di ciò che mangiamo.
In definitiva, anche se siamo programmati per correre, per restare in linea ed in salute conviene rallentare…almeno a tavola!